Un altro pezzo di storia se ne va, con la morte, a 95 anni, di S.E. il Principe Nero Romano Don Sforza Marescotto Ruspoli di Cerveteri.
Nato a Palazzo Ruspoli in Roma il 23 gennaio del 1927, Lillio Sforza Ruspoli che ha portato per una vita il titolo di Principe di Cerveteri, amava in realtà definirsi “Patrizio Romano” per amore verso la città natale dove il suo casato è insediato da “Mille Anni”.
Figlio secondogenito di Francesco Ruspoli, VIII Principe di Cerveteri e di Claudia Matarazzo, figlia di Francesco Matarazzo, simbolo dell’emigrazione italiana in Sud America dove fondò un impero industriale, Sforza Ruspoli ha avuto una vita movimentata fin dall’infanzia.
Custode ed amante della storia e della tradizione, è stato Presidente Onorario della Associazione Culturale Internazionale Aristocrazia Europea, associazione che lo ricorda con affetto e a cui non ha mai smesso di dedicarsi.
L’estrema unzione è avvenuta di Martedì 25 Ottobre 2022, alle ore 16.00 nella sua dimora di Palazzo Ruspoli, nella vicinanza amorevole dei familiari e dei collaboratori stretti.
Sforza Marescotti Ruspoli è stato agricoltore, politico, banchiere, costruttore e ambasciatore.
Aveva solo otto anni quando in seguito alla morte della giovane madre, venne preso in cura in Brasile presso il nonno Francesco Matarazzo. Il commovente incontro del piccolo orfano con il padre di sua madre, inconsolabile per la perdita della sua tredicesima figlia, è una delle pagine più belle dell’ultimo dei libri di Sforza Ruspoli dal titolo “Vite da leoni”, dedicato agli uomini di rilevante valore che ha avuto “ la fortuna di aver conosciuto”.
Nel libro “Vita da leoni” viene descritto l’importante legame che ebbe con Arturo Osio, creatore e fondatore della Banca Nazionale del Lavoro.
Ad Arturo Osio vanno riferite le prime fondamentali esperienze fatte da Sforza Ruspoli nel mondo della grande finanza.
All’età di ventiquattro anni, Sforza Ruspoli entrò a far parte del Comitato Esecutivo della Banca Romana presieduta da Osio, frequentata da industriali come Carlo Pesenti, Franco Marinotti, Ernesto Fassio, Gaetano Marzotto. Era una sorta di club dove s’incontravano per scambi finalizzati alla ricostruzione del Paese: Leo Longanesi, Mino Maccari, Renato Angiolillo, Roberto Rossellini. Non infrequente la presenza di don Sturzo. “Fu per me una scuola di vita”, ricordava Sforza Ruspoli che all’epoca era già sposato con prole.
Risale infatti al 30 Novembre del 1946, quando Sforza Ruspoli aveva solo diciannove anni, il suo matrimonio con Domitilla dei duchi Salviati da cui nacquero le due figlie, Claudia e Giada. Fu proprio successivamente al matrimonio con Domitilla Salviati che andò a lavorare in Brasile in quelle immense distese ai confini tra gli Stati del Goias e del Mato Grosso, per allevare bestiame.
Durante la seconda guerra mondiale, il padre di Sforza Ruspoli, Colonnello-Pilota e comandante di una squadriglia di Savoia Marchetti S.79, emancipò il figlio Sforza a soli sedici anni perché amministrasse i beni della famiglia. L’emancipazione contribuì molto alla sua maturazione.
La guerra in quei terribili anni di passioni, di sangue e di lacrime aveva causato anche in casa Ruspoli dolorosissimi lutti.
Nella battaglia storica di El Alamein i fratelli Marescotti e Costantino Ruspoli Medaglie D’Oro al Valor Militare caddero alla testa del Raggruppamento Ruspoli nella depressione di El Qattara, alla testa della Divisione Folgore.
Winston Churchill, impressionato dall’eroismo degli italiani, dette ordine al Generale Montgomery di dare l’Onore delle Armi ai 186 sopravvissuti.
Sforza Ruspoli, ha dedicato una lunga sequenza del DVD da lui prodotto e curato da Carla Pilolli, realizzato nel 2014 dal titolo “La Storia vissuta in diretta”. Si tratta di immagini e testo degli eventi storici più rilevanti che Sforza Ruspoli ha attraversato nella sua lunga vita.
Un documentario biografico del quale tante sono state le visioni private con una grande partecipazione di pubblico.
Il 1951 segnò l’inizio dell’ attività politica di Sforza Ruspoli che è stato tra i fondatori dell’M.S.I. Movimento Sociale Italiano, con la tessera n.9, presieduto allora dal Principe Junio Valerio Borghese, suo grande amico. Fu lo stesso Sforza Ruspoli a spiegare in un’intervista che la sua adesione “da indipendente” al Movimento Sociale Italiano era stata soprattutto motivata dal dover onorare i vinti, persone come suo padre e altri suoi familiari che hanno combattuto per l’onore della Patria pur sapendo che la guerra era ormai persa.
Nel 1956, Sforza Ruspoli, fondò i Centri di Azione Agraria, un movimento apartitico e interclassista per la difesa dell’agricoltura e della civiltà contadina. Riteneva che il modello di sviluppo voluto dalla grande industria che comportò l’emigrazione di massa dalle campagne del sud verso il nord, fosse gravemente antiagricolo.
Furono cinque milioni i meridionali che lasciarono le campagne, i loro campanili, i loro affetti, le loro specializzazioni, le loro secolari abitudini per raggiungere come nuovi schiavi le catene di montaggio del triangolo industriale Torino, Milano, Genova.
I Centri di Azione Agraria ebbero migliaia di adesioni non solo nel Meridione da dove partirono continue e dure manifestazioni di piazza ma anche in Piemonte, in Lombardia , in Veneto e in Val Padana.
Fu un periodo rivoluzionario per Ruspoli che con la sua notevole carica operativa, seppe chiamare le folle raccogliendo il plauso della povera gente non irreggimentata nei partiti che si sentiva tradita e abbandonata. Ci furono marce di trattori, cortei, scontri, cariche della polizia. I dati relativi all’attività dei Centri di Azione Agraria dal 1959 al 1962 furono i seguenti in virtù di una solida struttura organizzativa:156 raduni, 36 conferenze, 18 convegni, 53 marce di trattori e molteplici azioni di massa.
L’azione dei Centri che sono stati citati finanche nel memoriale compilato da Aldo Moro durante la sua tragica prigionia, causò non pochi grattacapi alle autorità governative. Si racconta che Pietro Nenni piuttosto allarmato, si chiese in un dibattito parlamentare “Ma questo Ruspoli cosa vuole?”.
Va detto che la battaglia di Ruspoli per restituire centralità all’agricoltura non si è mai fermata, Sforza definito “Principe Contadino” fu sempre in prima linea nelle manifestazioni di piazza che si susseguirono negli anni, a Milano nel 61, dove negli scontri riportò una grave contusione cranica nonchè a Reggio Calabria nel quartiere Sbarre, il culmine della rivolta fu al grido di “Boia chi molla” e fu repressa dall’esercito.
La grande diffusione in tutta Italia della contestazione contadina era dovuta in gran parte al fatto che la Fiat , insieme ad altri big dell’industria italiana “assistita”, imposero ai partiti una politica antiagricola con lo scopo di esportare i loro prodotti in Paesi poveri di valuta forte.
Fanfani d’accordo con il Partito Comunista decise ufficialmente come programma di governo di deruralizzare l’Italia con la complicità della Federconsorzi di Paolo Bonomi, della Confagricoltura, della Coldiretti, della CGIL, della CISL e della UIL. Questo è anche ben descritto nel libro “Destra senza veli” di Adalberto Baldoni edito da Fergen e dal significativo saggio del partito comunista italiano edito da Franco Angeli “I Centri di Azione Agraria”, un aspetto del disagio delle campagne 1955-1965 curato dalla Ricercatrice Prof.ssa Luciana Caminiti.
Nel 1994 Ruspoli proseguì la sua campagna meridionalista a favore del mondo rurale presentando alle elezioni regionali la lista “Vento del Sud. Invito alla rivolta. Viva Zapata”. L’immagine di Zapata che apparve nel logo elettorale rispondeva alla sua tempra di combattente che non è mai venuta meno per le cause in cui ha creduto. L’uscita del libro a sua firma “ La Rivolta rurale” accompagnò la campagna elettorale.
Innumerevoli sono state le altre iniziative in difesa del mondo agricolo che hanno portato Sforza Ruspoli nel giugno del 2002 a scendere in piazza con Bovè, capo della rivolta degli agricoltori francesi. Capeggiarono entrambi il corteo dei no-global a Roma.
Sempre nel 2002 Sforza Ruspoli promosse a Roma, al Teatro Adriano un affollatissimo convegno dei Centri di Azione Agraria per ribadire che l’Agricoltura è la spina dorsale dell’economia. La sua battaglia per il mondo rurale è andata avanti fino ai tempi nostri in cui il fallimento del gigantismo industriale ha riproposto un ritorno alla cura delle campagne.
Al 15 ottobre 1983 risalgono le nozze di Sforza Ruspoli, a Vignanello, con l’attrice Maria Pia Giancaro, la bella moglie che gli è stata accanto con amore fino alla fine. Dall’unione è nata Giacinta, stesso nome della Santa di famiglia, la terza figlia di Sforza Ruspoli che in virtù del suo 110 e lode in Giurisprudenza e l’acquisita professione di avvocato, è una brillante imprenditrice nell’ambito turistico.
Con il finanziamento del Banco di Santo Spirito, Sforza Ruspoli ha costruito la Frazione di Cerenova Costantica del Comune di Cerveteri, tra la Via Aurelia e la Ferrovia Roma-Civitavecchia. Seimila abitanti, la costruzione della grande Chiesa dedicata a San Francesco e la costruzione della Stazione ferroviaria Marina di Cerveteri.
E’ nel 1989 che Sforza Ruspoli effettuò il gran passo in politica. Si presentò infatti come capolista indipendente del Movimento Sociale Italiano. Venne eletto al Consiglio Comunale di Roma con 37.240 voti di preferenza, raccolti soprattutto nelle periferie.
Nel corso del suo mandato raccolse l’unanimità dei consensi del Consiglio Comunale sul suo progetto di creare un Centro per raccogliere i senza fissa dimora in un grande edificio seicentesco di via Casilina Vecchia 19, che volle intitolare alla Santa di Famglia, “Giacinta”, la protettrice degli emarginati. Affidò l’Opera a Mons Luigi Di Liegro per la Caritas.
Non furono pochi gli ostacoli per portare in porto il progetto, ma con tenacia Sforza Ruspoli portò a compimento l’edificazione della Cittadella della Carità, collaborando con spirito di servizio all’opera di Mons. Enrico Feroci (l’attuale Cardinale) che ha fatto della Cittadella della Carità, la perla della Caritas Romana.
L’azione politica in Campidoglio di Sforza Ruspoli anche se fu dedicata principalmente alla tutela della dignità dei cittadini più umili, lo vide in prima linea nella battaglia contro i Comitati d’affari.
Le sue Crociate furono contro i potentati. Si impegnò contro la degenerazione pubblica, contro il modello di sviluppo fondato sui gruppi monopolistici pubblici e privati, quasi tutti falliti, l’errata politica delle banche, l’avversione per i compromessi di qualsiasi genere.
Il 27 gennaio 1995 quando ci fu la “svolta di Fiuggi” con la creazione di Alleanza Nazionale, Ruspoli fu tra i pochissimi a votare contro. Fu sempre vicino a Pino Rauti e nel 1993 segnò la definitiva rottura con Gianfranco Fini.
La caratteristica principale di Sforza Ruspoli è quella della indipendenza e del disinteresse ad ogni forma di carrierismo e questo lo poneva controcorrente rispetto al mondo della politica e fuori dal gregge.
I personaggi di rottura di centro, di destra, o di sinistra lo frequentavano volentieri, infatti venne a Roma a Palazzo Ruspoli anche Jean Marie Le Pen, il quale dichiarò, intervistato dal quotidiano Il Tempo : “se fossi italiano voterei Ruspoli”.
La sua antica Casata Marescotti Ruspoli ha rappresentato una Roccia della Chiesa Apostolica Romana, risale al Condottiero Mario Lo scoto (Marescotti) che al servizio di Carlo Magno con 1500 soldati, liberò nel 779 Roma dai Longobardi per riconsegnarla al Papato.
La Famiglia Marescotti si estinse in Casa Ruspoli.
Il bisnonno di Sforza, Francesco Ruspoli Ufficiale dei Dragoni Pontifici ha combattuto a Mentana e a Porta Pia in difesa della Civiltà Cristiana. Per 141 anni la famiglia Ruspoli ha conservato la “Bandiera di Fortezza Pontificia” che il 20 settembre 1870 sventolava a Porta Pia, bianca e gialla, con il triregno e le chiavi decussate.
Il 29 settembre 2011, nella ricorrenza di San Michele Arcangelo, Sforza Ruspoli ha riconsegnato in una grandiosa cerimonia della Gendarmeria Vaticana la bandiera a Papa Benedetto XVI ; il Vessillo ha ricevuto l’Onore delle Armi dal Montebello Cavalleria.
Ogni anno il 20 settembre Ruspoli ha onorato i caduti pontifici.
Sforza Ruspoli nel 1998 ha presieduto il Comitato Internazionale per la Beatificazione di Pio IX, la Beatificazione avvenne nell’anno 2000 con grande gioia di Papa Giovanni Paolo II.
Nel 1999 Sforza Ruspoli viene nominato Commissario dell’ACISMOM (corpo militare sanità e volontariato) nella sede di Palazzo del Grillo.
Nell’anno 2000 viene nominato Ambasciatore dello SMOM alla Valletta-Malta ed è qui che riceve Kirill, ora Sua Santità Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
Per devozione va quattro volte a Mosca per incontrarlo al seguito di Sua Eminenza il Cardinale Paul Poupard per oltre 30 anni Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Nel 2006 il Ministro Tremonti dopo il fallimento del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia volle dotare il Meridione di una sua Banca, creò la Banca del Sud e nominò Ruspoli Vicepresidente. Purtroppo questa lungimirante iniziativa fu soffocata.
Sforza Ruspoli nel Febbraio 1986 entra come Socio Fondatore nella “Fondazione Roma”.
Nel 2010 viene nominato ad Honorem, Accademico Pontificio, della più antica Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon.
Per tutta la sua vita grazie alla sua costanza, alla sua passione verso il Casato, si è sempre preso cura delle sue dimore storiche di Cerveteri e di Vignanello, che furono antiche Roccaforti in difesa dello Stato Pontificio.
Queste residenze vengono utilizzate per incontri di carattere culturale, diplomatici ed eventi. A Vignanello riceve la visita anche di Margaret Thatcher e più volte a Cerveteri venne la Principessa Margaret, nel ricordo di molti anni prima quando all’età di diciannove anni partecipò ad una ristrettissima cena danzante a Palazzo Colonna in onore dell’allora giovanissima Elisabetta l’attuale regina d’Inghilterra.
Grazie alla straordinaria lucidità della sua mente e del suo coraggio, fino alla fine, continuò a combattere contro ogni forma d’illegalità.
Onorificenze:
-Il Santo Padre Benedetto XVI lo nominò, GranUfficiale dell’Ordine Piano, attualmente il primo Ordine Cavalleresco riservato ai Capi di Stato e ad Autorità di rilievo al servizio della Santa Sede.
_Balì Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
-Comm. dell’Ordine SS Maurizio e Lazzaro
-Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
-Cavaliere Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta
-Cavaliere dell’Ordine Teutonico
-Arciconfraternita Vaticana Sant’Anna dè Parafrenieri
-Accademico Pontificio, della più antica Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon
-Gilberto Bernabei, lo nominò Accademico degli Incamminati.
-Patrizio Romano, coscritto, Nobile di Viterbo, Nobile di Orvieto, dei Principi di Parrano, dei Conti di Vignanello, dei Marchesi di Riano, Pricipe di Cerveteri.
– Presidente Onorario dell’Associazione culturale internazionale Aristocrazia Europea (L’unica associazione che sta svolgendo privatamente la funzione d’archivio che una volta faceva il Registro Araldico italiano)
Si sono estinte in Casa Ruspoli le seguenti Famiglie:
Marescotti, Farnese, Capizucchi, Conti di Segni e di Tuscolo.
Si sono imparentate anche con il Casato Ruspoli le seguenti famiglie: Orsini, Bonaparte, Colonna, Del Drago, Baglioni, Massimo, Torlonia, Salviati, Aldobrandini, Matarazzo, Florio, Afan de Rivera, Berligieri, Khevenhuller, Borghese, Lante Della Rovere, Davis, Esterhazy, Ferragamo.
In completamento al quadro nobiliare della famiglia che discende per vie matrimoniali da Augusto III, Re di Polonia Elettore di Sassonia, la stessa Casata della Regina Vittoria d’Inghilterra.
Gli Archivi del Casato Ruspoli e Marescotti sono custoditi nell’Archivio Segreto Vaticano.
Roberto Jonghi Lavarini, in qualità di portavoce di Aristocrazia Europea, così lo ricorda:
“Annunciamo, con grandissima tristezza, la morte, a 95 anni, del Presidente Onorario (promotore, mentore e sicuro riferimento) della nostra associazione culturale internazionale Aristocrazia Europea, Sua Eccellenza il Principe Nero Romano Don Sforza Marescotto Ruspoli di Cerveteri, mitico e carismatico rappresentante dell’aristocrazia tradizionalista e patriottica italiana ed europea, pluridecorato delle massime onorificenze cavalleresche cristiane del mondo, già candidato sindaco del Movimento Sociale Italiano a Roma. Le nostre condoglianze a tutta la sua famiglia, in particolare alla figlia, nostra consocia, la Principessa Avvocato Donna Giacinta. Per il Principe Lillio eleviamo preghiere, labari e bandiere, salutandolo con un Presente!”
Si uniscono nelle condoglianze, con una nota, Guido Farneti Merenda Salecchi, Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri, Carlo Alberto Biggini, Ezra Foscari Widmann Rezzonico, Pierluigi Romeo di Colloredo Mels, Giuseppe Manzoni di Chiosca e bene inteso, tutti i soci di Aristocrazia Europea.
I Funerali si terranno venerdì 28 Ottobre alle ore 12.00 presso la Basilica San Lorenzo e Lucina, Roma.
Ai fiori, sono gradite offerte per la Cittadella della Carità, Santa Giacinta (Caritas di Roma).