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La croce di Pauciuri come emblema del Priorato di Sion e dei Templari

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Malvito è un piccolo centro situato nella valle dell’ Esaro, in provincia di Cosenza. Il suo territorio è stato sede di gastaldato, centro fortificato in cui si svolgevano funzioni amministrative e militari. Ne troviamo notizia in documenti del X sec. Come appartenente alla sfera patrimoniale dell’ Abbazia benedettina di San Vincenzo sul Volturno e come suffraganea di Salerno per disposizione di Papa Benedetto VII nel 983 d. C.


Un antico documento del 1082/83, ci mostra un normanno Roberto Conte di Malvito, che compie una donazione a favore di Uberto, abate del Monastero di Santa Maria di Camigliano, non lontano da Tarsia. I nuovi dominatori Normanni iniziarono un’ opera decisa di scardinamento del substrato religioso e culturale della Calabria greca, collocando guide spirituali afferenti all’ ordine latino benedettino; ne è dimostrazione l’ insediamento di Santa Maria della Matina per il controllo strategico della media valle del Crati, alla cui dotazione fu concesso il monastero di San Nicola di Donnoso, nei pressi di Orsomarso, cuore del Mercurion bizantino. Il territorio di Malvito sorge in punto strategico e di collegamento sia verso lo Ionio, ma anche a breve distanza dall’ Alto Tirreno Cosentino, attraverso antiche direttrici viarie mai dismesse dall’ epoca romana a tutto il Medioevo.


Il sito di Pauciuri di Malvito è noto per le varie campagne di scavo iniziate nel 1979, da missioni congiunte italo- francesi. Sono state portate alla luce nel corso degli anni varie stratificazioni di insediamenti tra cui un grande abitato di epoca romana. Residenze rustiche che diventano lussuose, dotate di impianti termali; tutta l’ area sviluppa sistemi produttivi per lo sfruttamento delle risorse della valle dell’ Esaro e della ricca Sibaritide, un ricco serbatoio a cui attingere per incrementare le attività economiche e commerciali. In una necropoli risalente al periodo altomedievale, nel 1989, è stata ritrovata una tomba con i resti scheletrici di un personaggio interessante, e una croce pettorale a lui appartenuta.


L’ oggetto sacro, composto da due valve in bronzo, integre, vi sono incisi un Orante sul lato recto e sul lato frontale una croce patente; controversa e dibattuta la datazione. Osservando i simboli, noto la tunica dell’ Orante avvolta da un motivo a spirale, che si ricollega allo gnosticismo azione di due principi opposti ( solve et coagula), il soffio divino, come le spire del serpente propulsore di conoscenza esoterica. Gli stessi motivi li troviamo nella cappella templare di Bevignate ( PG), cappella templare di Montsaunes, e di Dogon in Francia. L’ Orante è barbuto e nimbato, un’ iscrizione in alto Hoan; si tratta di San Giovanni Battista il cui culto era già noto ai primi cristiani, ai Catari, riconosciuto nel ruolo di Melkisedech, il sacerdote e il re delle acque, colui che avrebbe aperto e compiuto la strada al Messia ed al Battesimo di fuoco. Sulla croce patente, si nota al centro, un alveolo atto a custodire una reliquia e motivi decorativi a spiga di grano, simbolo antichissimo di rinascita e dell’ eterno ciclo della vita, utilizzato nei rituali di iniziazione . Propongo una datazione riferibile al XII secolo per gli elementi simbolici presenti. Appare evidente che il personaggio a cui apparteneva la croce, sia stato anch’ egli iniziato secondo un rituale misterico, con ogni probabilità all’ Ordine di Sion. Di questo antico Ordine ho trovato un’ importante presenza ad Altomonte ( territorio poco distante da Malvito)nella figura di Erberto d’ Orleans, vicario e giustiziere di Carlo d’ Angio’, al contempo Doge del Priorato di Sion.


La scompostezza dello scheletro di questo personaggio fanno presupporre ad una traslazione dello stesso da altro luogo; per una valutazione complessiva occorre uno studio a largo raggio sugli altri enkolpia ritrovati in Calabria, ad oggi indagati in maniera sommaria.


Testo e ricerca di Marisa Magurno


Nota bibliografica:


Filippo Burgarella, L’eparchia di Mercurio: territorio ed insediamenti, Rivista di studi Bizantini e neo ellenici, vol.19,2002
Alberto Gallo, Architettura fortificata in Calabria: il castello di Malvito, Archivio storico per la Calabria e la Lucania, 1991
Giorgio Leone,Le testimonianze figurative: Gli enkolpia crociferi, Calabria tirrenica dell’ Antichità Atti del Convegno, Rende,2000
Vittorio Giovanni Rizzoni, L’ enkolpion del tesoro di Scicli, Archivum Historicum Mothycense, fascicolo 12, 2006
Giovanni Cristofalo, Il mistero della croce di Pauciuri: sulle tracce dell’ abate Ursus, dell’ Ordine di Sion e dei Templari in Calabria, ed. Dedicaces, 2019
Gastone Breccia, scritture greche documentarie in area calabrese, le pergamene Aldobrandini, Archivio storico per la Calabria e la Lucania, anno 1999
Pino Mollica,Il protoromanico capuano longobardorum, Brescia, 2018
Marco Rigamonti, Rituali e regolamenti del Priorato di Sion, ed. BastogiLibri,2017

Marisa Magurnohttp://unionetradizionalista.org
Storica, ricercatrice, scrittrice. Laureata Presso l'Università della Calabria.

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