Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario. Anche Forza Italia ha votato a favore.
Convocato alle 10, il cdm con all’ordine del giorno la riforma della giustizia è stato spostato prima alle 11, poi alle 12.30. Lo slittamento, hanno spiegano fonti di Forza Italia, era legato alla necessità di approfondire meglio la riforma del Csm. Prima del Consiglio c’è stata una cabina di regia presieduta dal premier Draghi con Cartabia e i capidelegazione. Per Fi era presente Gelmini.
Il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli ha chiesto di non partecipare ai lavori del Consiglio dei ministri nel momento in cui si è cominciato a discutere della Riforma Giustizia. Pur non essendoci ragioni di merito per astenersi dalla partecipazione, perché le norme in discussione non si applicano (già in base al testo Bonafede) agli incarichi in corso, quindi né a Garofoli né agli altri magistrati impegnati in questo Governo, il Sottosegretario ha chiesto di lasciare la Sala per sensibilità istituzionale.
“C’è la grande disponibilità di tutte le forze politiche a raggiungere un testo concordato in tempo utile per la prossima elezione del Csm”. Così il premier Mario Draghi sintetizza il punto di sintesi in maggioranza sulla riforma del Csm. “È stata una discussione ricchissima e anche molto condivisa. L’impegno è adoperarsi con i capigruppo per dare priorità assoluta in parlamento per l’approvazione riforma entro l’elezione del prossimo Csm. Ci sarà il coinvolgimento dei partiti, niente tentativi di porre la fiducia. Ci vuole condivisione e rispetto del Parlamento – ha specificato il presidente del Consiglio -. Nel primo trimestre registriamo un rallentamento, come un po’ in tutta Europa anche se le cifre italiane sono meno marcate che negli altri Paesi. Per quest’anno prevediamo una crescita del 4,1%, superiore a quella prevista per Francia e Germania, ma ci sono dei rischi dati dal prezzo dell’energia, inflazione e tensioni geopolitiche”.
Draghi ha poi escluso un rimpasto di governo chiesto dai partiti e ha escluso nel 2023 di essere il federatore della coalizione di centro? “Le rispondo in maniera brutalmente chiara: lo escludo. Vedo una certa sollecitudine nel candidarmi in questo o quel ruolo in giro per il mondo. Ringrazio, ma se per caso decidessi di lavorare dopo questa esperienza, probabilmente un lavoro me lo trovo molto da solo”.